
Visto che al giorno d'oggi è quasi impossibile trovare in un ristorante un piatto di selvaggina in dolceforte, vi invito, prima di tutto a venire al Podere Santa Rita ad assaggiarlo :) , poi, se ne avrete voglia, a provare a cucinarlo voi stessi: la preparazione del cinghiale in dolceforte è molto semplice anche se un po' lunghina, ma il risultato ripaga del tempo trascorso davanti ai fornelli!!
In questa giornata freschina di fine Novembre facciamo un salto indietro nel tempo di qualche secolo, prepariamo il palato a gustare qualcosa di inusuale e......
Ingredienti 1Kg di polpa di cinghiale non troppo magra 1 cipolla 2 carote 2 gambi di sedano Bacche di ginepro, chiodi di garofano Olio extravergine di oliva 1 cucchiaio di Zucchero 2 cucchiaio di Uvette 2 cucchiaio di Pinoli 2 cucchiai di cedro candito 2 foglie di alloro noce moscata 50 gr di Cioccolato fondente Aceto Vino rosso Brodo Sale e pepe | Preparazione Innanzitutto procuratevi della polpa di cinghiale: a differenza dell'opinione comune, non sempre è necessario marinare la carne, ma dipende molto dall'età dell'animale dal quale proviene. Come fate a saperlo? Sicuramente dall'odore più o meno forte che ha la polpa: se necessita di marinatura ve ne accorgerete subitissimo!!! Il consiglio che vi posso dare è di contattare la vostra macelleria di fiducia (la mia, come già detto tante volte, è la Macelleria Lenzi del Bottegone) e chiedere se riescono a procurarvi della polpa di cinghiale giovane o femmina: in questo modo potrete direttamente cucinarlo senza doverlo trattare prima. Se invece trovate polpa di animali più "anzianotti" dovete procedere con la marinatura, ma non esagerate con trattamenti lunghissimi che sciupano solamente la carne...prendete la polpa, tagliatela a pezzetti e lasciatela per una notte in ammollo in vino rosso e gli stessi aromi che utilizzeremo per la cottura. Iniziamo quindi a preparare il nostro cinghiale in salmì: laviamo sedano e carote, sbucciamo la cipolla e tritiamo il tutto finemente, quindi mettiamo le verdure a soffriggere in 8 cucchiai circa di olio extravergine di oliva. Non appena iniziano ad appassire uniamo la polpa tagliata a pezzetti e lasciamola cuocere a fuoco vivace per qualche minuto. Abbassiamo quindi la fiamma e continuiamo la cottura per una mezzoretta, girando di tanto in tanto. Trascorso questo tempo aggiungiamo abbondante vino rosso toscano, io ne metto circa 1 litro ogni kg di carne cucinato, mettiamo sale, pepe, una manciatina di bacche di ginepro e qualche chiodo di garofano e facciamo ritirare il liquido lasciando la pentola scoperta. La fiamma non deve essere troppo forte perchè la cottura deve avvenire lentamente. Una volta ritirato il vino terminiamo la cottura coprendo, girnado spesso ed aggiungendo del brodo nel caso la carne si stia asciugando troppo. Mentre il cinghiale cuoce possiamo iniziare a preparare anche la salsa in dolceforte: grattugiamo 50 gr di cioccolato fondente ed uniamolo in una zuppiera a l'uvetta, i pinoli, il cedro, lo zucchero le foglie di alloro tritate ed un bicchiere di aceto. Spolveriamo con poca noce moscata grattata al momento e lasciamo a riposare per almeno un paio di ore. Questa salsa si può anche preparare con largo anticipo o in grande quantità, perchè si conserva bene e scaldata è ancora più buona! Non appena il cinghiale sarà cotto, ossia quando si infilza bene, (ci vorranno almeno tre ore), aggiustiamo di sale e pepe quindi uniamo tutto o parte dello spezzatino alla salsa in dolceforte e riaccendiamo la fiamma: facciamo bollire solo per un minutino e serviamo subito. Per accompagnamento possiamo preparare del pane arrostito o della polentine fritte. |
Cosa significa salmì? E' un tipo di cottura per la cacciagione fatto in modo che la carne si impregno degli aromi delle spezie e degli ortaggi utilizzati.