![]() Nel medioevo i carcerati di Pistoia raccoglievano dal fiume Brana che scorreva vicino alle carceri, gli scarti della macellazione dei vitelli che qui venivano gettati. Avevano così carni povere in abbondanza: trippa, lampredotto, zampa, guance, nervetti.....Con questi scarti, lavati con cura, veniva fatto un brodo, con gli odori a disposizione, nel quale poi veniva cotto pane vecchio, raffermo, anche questo raccolto dagli scarti della città, e alla fine si otteneva una zuppa nutriente e veramente deliziosa, che da piatto dei detenuti poi diventò pietanza amata anche dal clero. Oggi il carcerato non è uno di quei piatti tradizionali che si preparano anche a casa, ma è ugualmente cercato ed apprezzato dagli amanti del genere che lo possono trovare in alcuni locali tipici della città. Sicuramente occorrono pazienza e tempo per realizzare questa ricetta tipica pistoiese, almeno 6 ore di lenta cottura, ma alla fine, con nemmeno tanta difficoltà, otterrete un piatto veramente unico, e saporito!!!! Ingredienti 1 kg di frattaglie (1/2 trippa, 1/2 lampredotto) Zampa, guance, nervetti.... 1 costola di sedano 2 carote 1 cipolla 1 spicchio di aglio prezzemolo 1 mazzo di bietole a foglie 2 pomodori pane raffermo
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AutoreCiao, sono Elena, da otto anni la cuoca dell'Agriturismo Baldi, da quando mia mamma, Marica, mi ha passato il testimone... Archivio
Marzo 2022
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