Due anni sono trascorsi dall'ultima cena a lume di candela in occasione della giornata per il Risparmio energetico e gli stili di vita sostenibili. Un pizzico di emozione quindi oggi nel preparare questo evento: ripensiamo ai mesi trascorsi con la mente occupata della pandemia, mesi in cui abbiamo dovuto spengere la nostra cucina e chiudere le porte ai nostri clienti, con tanta disperazione ma anche con la convinzione di stare facendo la nostra parte per sconfiggere il virus. Adesso che pian piano stiamo tornando alla 'normalità', con ancora più grande piacere, abbiamo di nuovo aderito alla campagna di sensibilizzazione promossa da RaiRadio2: anche il nostro Pianeta sta soffrendo ed ha bisogno del contributo di tutti noi per fermare il suo riscaldamento. Come ogni anno, quindi, nella giornata di M'Illumino di meno, anche quest'anno abbiamo organizzato una cena dall'atmosfera molto particolare: al Podere saranno spente tutte le luci e l'illuminazione sarà solamente a base di candele. Ma non basta. Il menù che proponiamo stasera non solo è, come sempre, a base di prodotti aziendali e a km 0, ma propone esclusivamente ricette della cucina povera toscana. Perchè? Perchè la cucina povera toscana era la cucina del popolo, dei contadini, abituati a lavorare i semplici prodotti della loro terra per dar vita a piatti nutrienti, sani e saporiti, a non buttare via nulla, nemmeno gli scarti o i tagli di carne meno pregiati, ma anzi a renderli protagonisti di ricette diventate simbolo della nostra regione. Niente sprechi, quindi ma tanto gusto. Il menù![]() Qualche esempio di quello che proporremo stasera? Il Pan di Ramerino, un pane speciale, buonissmo e riccodi storia e significato, la Carabaccia, tipico esempio di come un semplice frutto della terra, la cipolla, può dar vita a un piatto squisitissimo, la Trippa alla fiorentina, un classico della cucina tradizionale toscana, preparata con uno dei tagli più poveri della carne bovina, un assaggio di salumi locali, dal classico prosciutto alla capocchia, anche questa preparata con le parti meno pregiate del maiale, alsalame di cinghiale, prearato con animali abbattuti secondo il programma regionale per il controllo della fauna selvatica locale, la focaccia cotta nel forno a legna (dei nostri olivi) del Podere anche nella versione 5 e 5. Su questa ultima mi soffermo un minuto in più, perchè la ricetta del 5 e 5 non è ancora presente su questo blog, ma vi prometto che nei prossimi giorni la troverete... intanto per chi non lo sa, il 5 e 5 è una ricetta tipica livornese e sta per '5 centesimi di lira di pane e 5 di torta'. Negli anni '30 del novecento così i livornesi chiedevano quello che poi è diventato un classico panino, fatto appunto con pane farcito con torta di ceci (quella che a Livorno viene chiamata semplicemente torta). Con il passare del tempo il 5 e 5 si è arricchito con le melenzane sotto pesto, ossia melanzane fritte velocemente in una padella e poi messe sotto pesto di olio, aglio, peperoncino e prezzemolo. Come primo piatto vi proponiamo i Pici, la tipica pasta senese, fatta con acqua e farina, conditi con un altro dei simboli della cucina toscana d'inverno, il cavolo nero. La cena si conclude con uno dei dolci più tipici della nostra provincia, i necci, preparati con la farina di castagne di Momigno e serviti con la fresca ricotta delle Roncacce, azienda agricola del Melo. Ho tralasciato volutamente una portata del menù per parlarvene alla fine, perchè, nella sua semplicità, merita attenzione speciale. Al posto del tagliere di salumi, nella proposta vegetariana, serviremo un assaggio di formaggi locali. Accanto al pecorino a latte crudo della Montagna pistoiese, avrete la possibilità di assaggiare i pecorini e la ricotta della Gabriella...se non la conoscete dovete assolutamente andare a trovarla alla sua azienda agricola, il Canto di Primavera del sogno Antico, a Forrottoli. Qui nel bel Podere della sua famiglia, Gabry ha creato un'azienda unica, bellissimo esempio di economia di circolare. Se andate al suo agriturismo, vi travolgerà con tutta la sua passione e potrete assaggiare i prodotti dei suoi campi, i salumi e formaggi che prouce grazie ai tantissimi animali da lei stessa allevati (come figli, ognuno di loro, e non scherzo, proprio tutti, anche se sono tantissimi, ha un nome!). Sono moto orgogliosa di poter servire i suoi prodotti nella mia cena Milluminodimeno, niente altro poteva essere più indicato per questa occasione! Adesso non ci rimane che aspettare questa sera per guastarci tutti insieme una serata speciale: grazie a tutti i partecipanti per contribuire ad illuminare un po' di meno questa giornata! Il timo: operosità, diligenza, amore e coraggio![]() A tuti i partecipanti, il Podere offrirà una piantina di Timo per rinverdire il proprio balcone o anche da tenere in cucina. Il timo è un delle aromatiche che preferisco non solo per il suo sapore, si abbina benissimo a pesce, carne, verdure e funghi ed io lo utilizzo anche per aromatizzare le focacce, ma anche e soprattutto per la sua storia. Il Timo, Thymus vulgaris, è una pianta officinale della famiglia delle Lamiaceae, tipica del Mediterraneo. E' una pianta arbustiva perenne che crea cespugli fitti ed è caratterizzata da foglioline lanceolate dal colore verde scuro e fiorellini rosa-viola ricchi di nettare. E' infatti una pianta mellifera, e proprio per questo motivo è simbolo d'operosit e diligenza, due indiscusse qualità delle api, grazie alle quali dà vita ad un ottimo miele. Per il fatto che è una pianta perenne e adatta a vivere in ambienti diversi è anche simbolo di amore duraturo. Le sue radici fascicolate sono inoltre molto forti, ramificate e profonde, ed infatti riesce a crescere anche su soli sassosi. Questa sua caratteristica l'ha resa simbolo anche di coraggio. Moltissime sono le legende legate a questa pianta: nell'antichità i soldati greci si strofinavano il corpo di timo per ricevere coraggio; si narra che sia stata usata da Maria per ricoprire il giaciglio di Gesù appena nato durante la fuga in Egitto; durante una delle numerose epidemie di peste che hanno colpito nei secoli passati il nostro continente, si narra che a Marsiglia 4 ladri avessero messo a punto un rimedio naturale contro la malattia, l' "aceto dei 4 ladroni", a base appunto di aceto, timo, salvia, rosmarino e lavanda; nella cultura popolare si usava mettere vicino al letto dei bimbi un rametto di timo con la convinzione che il coraggio dato dalla pianta avrebbe scacciato gli incubi... Detto tutto ciò capirete come mai abbiamo pensato proprio a questa aromatica come omaggio ai partecipanti alla cena: operosità, diligenza, amore e coraggio, tutto ciò che occorre per aiutare in nostro Pianeta. Grazie a tutti i partecipanti per illuminare un po' di meno questa giornata insieme a noi!
#milluminodimeno2022 #unalberofaluce
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AutoreCiao, sono Elena, da otto anni la cuoca dell'Agriturismo Baldi, da quando mia mamma, Marica, mi ha passato il testimone... Archivio
Marzo 2022
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